Probabilmente, anche se sottovalutata, questa è la pagina più difficile da costruire per un sito. Cosa vogliamo raccontare, cosa trasmettere, cosa enfatizzare?

Facciamo ordine... parliamo prima di business, così ci togliamo il pensiero. Siamo una piccola impresa, microimpresa secondo la definizione UE, di proprietà famigliare. Essere una piccola impresa non è facile, ma ci dà la possibilità di ascoltare in modo diretto i nostro Clienti, partendo dalla nostra passione, che, abbiamo scoperto, deve essere scritta da qualche parte del DNA, coinvolgendo ora la generazione successiva.

Certo, ci piace viaggiare, e quando un Cliente chiede informazioni per viaggiare in un Paese che abbiamo conosciuto personalmente, vorremmo parlare per ore, quasi prenderlo per mano ed accompagnarlo nel primo virtuale incontro con i luoghi che amiamo. E ci appassioniamo, quando un amico torna da un viaggio e ci racconta quello che ha vissuto.

Compagnia dei Viaggiatori non è un nome casuale. Ci sentiamo una Compagnia di persone, nella società e con coloro con cui abbiamo condiviso questa passione. Viaggiatori che continuano a condividere lo stupore e la passione dell’incontro con persone, in luoghi lontani o incredibilmente vicini.

Alcuni dei nostri progetti si rivolgono ad una nuova schiera di viaggiatori, sempre più vasta e trasversale, che si pone il semplice obiettivo di visitare un luogo senza apportare dei cambiamenti permanenti al territorio ed ai costumi che lo caratterizzano. In testa a tutto l’amore per il nostro pianeta, che riteniamo un forziere colmo di gioielli da ammirare e da lasciare alle gioie di quanti verranno dopo di noi; poi la voglia di condividere quanto di meglio abbiamo potuto saggiare nei nostri viaggi, accrescendo la nostra capacità di comprensione di quanto ci circonda.

Nei paesi anglosassoni si va affermando il concetto del “travel like a local”, ovvero una modalità di introdursi in un contesto guidati da qualcuno che lo vive quotidianamente. Abbiamo pensato molto a questo sistema, cercando di apportare quelle modifiche che l’esperienza maturata negli ultimi anni ci ha suggerito. In effetti potrebbe essere molto complesso mettersi nei panni di un Eschimese o di un abitante dei villaggi del Madagascar, a volte addirittura controproducente per via di una immaturità di alcuni popoli facilmente “corruttibili”, pertanto ci siamo obbligati a verificare di persona i valori che riteniamo elementi fondamentali di un turismo maturo e non negativamente invasivo.